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Regalo di Natale, gli Mp3 schiacchiano i formati protetti

Le aziende che da tempo sostengono la liceità delle tecnologie di protezione del diritto d'autore e continuano a finanziare organismi come RIAA e IFPI, stanno rocambolescamente affrettandosi a convertire i propri cataloghi in Mp3. La buona notizia viene da Billboard, il magazine per i professionisti della scena musicale, di proprietà di un conglemerato olandese e della multinazionale dell'informazione Nielsen Company (ex VNU).

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Dopo EMI e Universal (UMG), che hanno già capitolato, fuori dal gioco ci sarebbero solo Warner Music e Sony, ma i rumors raccolti da Billboard e le notizie che si accavallano in questa concitata fine d'anno, fanno pensare che forse è veramente arrivato il momento per seppellire le tecnologie DRM. Ricapitolando:

- Billboard sottolinea che l'ultima promozione di Pepsi è incentrata sul download di Mp3 attraverso lo store Amazon Mp3 (3% delle vendite di file e 6% delle vendite di CD negli USA), e non l'iTunes Store (70% del mercato dei file musicali) e i suoi formati proprietari e protetti come era successo in precedenza.

- WalMart, appena entrata nel mercato della musica online con un modesto 2%, ma dentetrice del 22% delle vendite di CD, è pronta a eliminare tutti i file in formato Windows Media Audio entro gennaio 2008, in favore degli Mp3, e avrebbe inviato un ultimatum ai fornitori recalcitranti.

- Sony BMG ha ridotto la pressione sui distributori indipendenti in occasione degli accordi con lo store Amazon Mp3 e sta pensando a un programma pilota di distribuzione di file Mp3.

- EMI sta riducendo il proprio sostegno finanziario alla RIAA e al suo omologo internazionale IFPI, che continuano a prodigarsi nel favorire legislazioni da gestapo e procedimenti giudiziari improponibili, e sopravvivono solo grazie ai contributi delle grandi etichette discografiche.

- Anche Edgar Bronfman CEO dell'irriducibile Warner Music ha recentemente ammesso "Siamo inavvertitamente entrati in conflitto con i consumatori negando loro ciò che volevano e che avrebbero comunque potuto trovare in altro modo, e come risultato, naturalmente, i consumatori hanno vinto".

Perché gli organismi privati (RIAA, IFPI, SIAE) che fino a oggi hanno difeso il diritto d'autore pre-internet si adeguino al nuovo clima ci vorrà tempo, e probabilmente assisteremo ancora a molte iniziative repressive eclatanti, frutto del progressivo disorientamento dei loro vertici sempre più privi di referenti, ma per le major un calo di vendite di CD del 18,6% anno su anno è un segnale inequivocabile e urgente. L'unica tecnologia che può sostituire il CD è uno standard largamente accettato come l'Mp3, al quale dopo più di 16 anni dalla standardizzazione ufficiale, anche l'industria discografica sembra finalmente pronta ad adeguarsi.

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